Il chiller, noto anche come pompa di calore, è un dispositivo ormai molto diffuso, in ambienti domestici e ancor più aziendali e industriali. A livello meccanico, però, non può dirsi un congegno di semplice funzionamento, anzi: risulta un interessante connubio di diverse componenti che sfruttano le leggi della termodinamica.

 

Il chiller è una macchina termica che si basa sui fenomeni di compressione ed espansione di gas frigorigeni (ovvero, generatori di freddo) per sottrare calore ad un fluido e fornire un effetto refrigerante all’esterno.

 

Le componenti fondamentali di uno strumento di questo tipo sono senz’altro il compressore, l’evaporatore e il condensatore: il primo riduce il volume al gas frigogeno fino a farlo passare allo stato liquido; il secondo lo fa evaporare, riportandolo alla forma gassosa; il terzo riporta il gas allo stato liquido, prima che quest’ultimo torni ad essere compresso ridando vita al ciclo.

 

Il processo nella sua interezza permette di cedere freddo all’ambiente esterno, ma è ormai diffusa la possibilità di invertire questa serie di passaggi , facendo in modo di alzare la temperatura degli spazi in cui la macchina è collocata e giustificando quindi la nomenclatura di pompa di calore.

 

Importante distinzione da fare quando si parla di chiller è quella relativa al fluido utilizzato nella fase di condensazione del gas. Si individuano infatti la tipologia dei dispositivi raffreddati ad aria, in cui il sistema di ventilazione è deputato al raffreddamento ottimale del gas frigogeno, e quella dei dispositivi raffreddati ad acqua, in cui la funzione di raffreddamento è svolta da uno scambiatore ad acqua.

 

Questa classificazione apre all’orizzonte di come scegliere il chiller che meglio risponde alle specifiche esigenze dell’utente: una macchina ad aria si configura infatti come mediamente più rumorosa, anche se l’impianto snello e il mancato consumo di acqua possono essere elementi positivi che vanno considerati.

 

Altri parametri fondamentali per una scelta opinata della macchina più appropriata sono senz’altro quello della temperatura desiderata del fluido in uscita e quello della temperatura di partenza dell’ambiente in cui il congegno è posto. Queste variabili influiscono infatti in modo assai rilevante sul rendimento.

 

Per quanto riguarda il dimensionamento è molto importante che il fabbisogno di calore necessario venga trasferito alla temperatura di mandata – ovvero alla temperatura di riscaldamento che va a interessare i corpi riscaldanti – più bassa possibile, dal momento che ad ogni grado in meno di temperatura di mandata a parità di fabbisogno va a corrispondere un risparmio energetico di circa il 2,5\%.

 

Nell’ambito dell’installazione di un chiller o pompa di calore, ci sono alcuni accorgimenti che possono certamente tornare utili. Ad esempio, l’unità esterna va collocata in posizioni sgombre da ostacoli e al sicuro dagli agenti atmosferici, facendo attenzione al fatto che sia di facile accesso per coloro che svolgeranno le procedure di manutenzione e pulizia e che l’asse di supporto sia ben assicurato. L’unità interna, invece, va posizionata tenendo conto del getto d’aria e dei vani che devono essere climatizzati , e verificando che non vi siano oggetti ad ostruire o a limitare il flusso.

 

Altro aspetto estremamente interessante legato ai chiller è quello relativo all’utilizzo di gas refrigerante R32, sempre più in voga nell’ultimo periodo per via del suo assai ridotto impatto ambientale. Tra i fluidi attualmente impiegati che con maggior margine rientrano nei parametri definiti dal Regolamento Europeo 517/2014, l’R32 risulta un’ottima soluzione non solo dal punto di vista ecologico ma anche da quello del rendimento.

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